di Antonio Martone
Psicocibernetica è un libro che, seppur scritto nel 1960, raccoglie una serie di interessanti teorie che, ancora oggi, suscitano particolare interesse nell’ambito della crescita personale.
Magari starai pensando che l’autore, Maxwell Maltz, era un neuroscienziato visionario, e invece è stato un chirurgo plastico vissuto nel secolo scorso.
Abbiamo a che fare con uno dei più famosi libri sul cambiamento e la crescita personale, scritto più di cinquanta anni fa e, per giunta, da un chirurgo plastico.
Vediamo insieme, in questa mia personale recensione, i punti salienti di Psicocibernetica.
In questo articolo:
1. L'autore
Maxwell Maltz, classe 1889, è stato un chirurgo estetico ed è ricordato, ovviamente, per il best seller Psicocibernetica.
Laureato con un dottorato in medicina presso il Columbia University College of Physicians and Surgeons.
Intraprende la sua formazione presso chirurghi plastici tedeschi che all’epoca erano considerati i più avanzati in chirurgia estetica.
Psicocibernetica fu pubblicato per la prima volta nel 1960 e apparse un’edizione tascabile nel 1969.
A partire dal 2008, Psicocibernetica è uno dei 50 libri più consigliati nella sezione self-help.
Psicocibernetica in breve
La cibernetica è quella scienza che studia i fenomeni di autoregolazione nelle macchine (compresa quella umana).
Spiega “ciò che accade” e “ciò che è necessario” per ottenere quel tale comportamento.
Maltz ha applicato la cibernetica alla psicologia e, per questo motivo, l’ha definita Psicocibernetica.
Secondo l’autore, anche la nostra macchina biologica ha un meccanismo (la nostra mente) in grado di farci raggiungere in nostri scopi.
Un particolare meccanismo permette la nostra autorealizzazione o il nostro fallimento: l’immagine che abbiamo di noi stessi.
L’autore notò come alcuni dei suoi pazienti, nonostante avessero migliorato il proprio volto grazie alla chirurgia estetica, non mostravano cambiamenti nella personalità.
Di solito, una volta corretti dei difetti che rendevano il soggetto alquanto brutto, si provava quasi immediatamente una maggiore stima e fiducia in sé stessi.
Eppure, in altri casi, i soggetti continuavano a provare quel senso di inferiorità come se i loro volti fossero ancora deturpati.
Questa “esperienza sul campo” di Maltz gli fece comprendere che la ricostruzione fisica non era la chiave per il cambiamento della personalità.
Era come se la personalità stessa avesse un “volto”. Questo non esteriore “volto della personalità” sembrava essere la vera chiave del cambiamento di personalità.
Se questo rimaneva traumatizzato, distorto, “orrendo” o menomato, l’individuo stesso continuava a comportarsi come se non fosse avvenuto alcun mutamento esteriore.
Tre punti salienti del libro
In Psicocibernetica l’autore affronta svariati argomenti: dal sistema guida alla pace mentale, dal pensiero cosciente, al relax creativo.
Ma, come al solito, ti riporto le tre lezioni che ho appreso dalla lettura di questo testo.
1. L’immagine dell’IO
La più importante scoperta psicologica del ‘900 è quella relativa all’immagine dell’io. Ognuno di noi ha una propria immagine di sé.
L’immagine di sé percepita, o self-image, è il concetto che abbiamo della nostra persona, è il risultato di ciò che crediamo di noi stessi.
Questa immagine è il risultato delle nostre esperienze e dal modo in cui gli altri hanno interagito con noi, specie nella prima infanzia.
Nell’articolo su come cambiare vita ho parlato ampiamente di come si creano i Paradigmi e di come questi modificano l’immagine che hai di te stesso in base alle credenze che ti vengono installate fina da bambino.
Una volta creata questa immagine, non mettiamo mai in dubbio la sua validità, ma ci comportiamo come se fosse vera.
Pensa ad un bambino al quale hanno inculcato l’idea di non saper giocare al pallone. Basta, poi, un’esperienza negativa durante una partita ed ecco creato l’immagine (e la credenza) di essere negato per il calcio.
Due cose vanno tenute in considerazione:
1. Le azioni, i sentimenti, le abilità espresse, i comportamenti ecc., derivano tutti dall’immagine che si ha di sé stessi. In altre parole, agiamo in base alla persona che crediamo di essere.
2. L’immagine dell’io può essere modificata. E questa non solo è un’ottima notizia, ma è il punto di partenza per mettere in atto il cambiamento necessario a vivere una vita piena e soddisfacente.
L’immagine dell’io è la chiave della personalità e del comportamento. Cambiate l’immagine dell’io e cambierete la personalità e il comportamento.
2. L’immaginazione: la chiave più importante del vostro meccanismo per il successo
Maltz intitola così il terzo capitolo del libro, sottolineando quanto il lavoro di immaginazione e di visualizzazione sia fondamentale per cambiare la propria immagine di sé.
Un essere umano agisce, sente e si comporta sempre in conformità con ciò che egli immagina essere vero riguardo a sé stesso e al suo ambiente. Questa è una legge fondamentale.
Bastano queste poche righe per comprendere l’importanza di ciò che immaginiamo essere vero.
L’autore riporta un esperimento fatto con degli studenti universitari ai quali veniva chiesto di immaginare di avere una mano immersa nell’acqua ghiacciata. Bastò questo per registrare, tramite un termometro, un reale abbassamento della temperatura.
Ma la letteratura scientifica è piena di studi su come i soggetti migliorassero, ad esempio, le proprie performances sportive solo immaginando di allenarsi.
Questo accade perché il sistema nervoso non può calcolare la differenza tra esperienza immaginaria e esperienza reale: in tutti i casi esso reagisce automaticamente ai dati comunicatigli dal cervello.
Ne consegue che se le immagini mentali di noi stessi sono distorte e irreali, anche le reazioni e i comportamenti lo saranno.
Il messaggio importante che bisogna trarre è che abbiamo l’opportunità di esercitarci ad avere una nuova immagine di noi stessi.
Ricorda: tutto questo è possibile perché il cervello non distingue ciò che è reale da ciò che non lo è.
3. Le convinzioni ci tengono sotto ipnosi
Che sia un’errata convinzione o una qualsiasi idea accettata per vera, possono essere potenti come l’ipnosi.
Essere ipnotizzati significa vivere con il pilota automatico sempre inserito. Credi di poter scegliere autonomamente, ma in realtà reagisci a degli stimoli.
E tale reazione è in linea, come abbiamo visto, all’immagine che hai di te stesso/a.
Dentro di voi, chiunque voi siate, indipendentemente dal fatto che vi consideriate un grande fallito o meno, esiste la capacità e l’energia di fare ciò che è necessario per essere felici e per avere successo.
Dentro di voi, in questo istante, esiste la possibilità di fare cose che non avete mai sognato di fare e questa possibilità diviene utilizzabile non appena cambiate le vostre opinioni e vi disipnotizzate da i dee quali “non posso”, “non sono degno”, “non lo merito” a altre simili idee che limitano il vostro io.
Bisogna fare uso del potere della ragione per uscire dall’ipnosi e modificare l’immagine che abbiamo di noi stessi.
Gli errori che si commettono, come i fallimenti e anche le umiliazioni, devono essere considerati come mezzi per arrivare ad un fine e non il fine stesso.
Secondo l’autore, una volta serviti allo scopo devono essere dimenticati.
Il più infelice dei mortali è colui che insiste nel voler rivivere il passato, ritornandovi sempre con l’immaginazione, criticandosi continuamente per gli errori commessi e continuando a condannare se stesso per i peccati passati.
Riflessioni finali
Psicocibernetica è uno di quei libri che hanno ispirato tanti coach, studiosi di neuroscienze e formatori nell’ambito della crescita personale; e solo per questo vale la pena leggerlo.
Prima di salutarti, però, permettimi solo un piccolissimo appunto.
Leggendo questo libro sembra quasi passare il messaggio che basti solo l’immaginazione per far accadere ciò che si desidera.
Beh! Così non è.
Come in tutti i percorsi di crescita personale ci vuole impegno, consapevolezza, duro lavoro, pazienza e perseveranza.
Insomma, come dico spesso, devi muovere il culo!
Ho stuzzicato la tua curiosità? Fammelo sapere nei commenti.
Al prossimo articolo,
Antonio M.
L’ho letto qualche anno fa. Ogni tanto lo rileggo. È un libro straordinario, lo consiglio.
Grazie federico per il tuo commento. Il ibro in questione andrebbe letto almeno una volta l’anno.
Un saluto,
Antonio M.