di Antonio Martone
Se sei alla ricerca di un libro sull’educazione finanziaria semplice da leggere, senza calcoli complessi e incomprensibili, Il fattore cappuccino è il libro che fa per te.
Un testo leggero, un racconto irresistibile e toccante, ma non per questo privo di spunti di riflessione per realizzare la vita che hai sempre desiderato.
In questo articolo:
L'autore
David Bach è considerato uno dei più autorevoli esperti finanziari d’America. Imprenditore di successo, formatore di prestigio e autore di diversi bestseller che hanno venduto oltre 7 milioni di copie.
È noto per la serie di libri Finish Rich e Automatic Millionaire (tra i quali Il fattore cappuccino). Undici su dodici libri scritti da Bach sono stati bestseller nazionali, facendo apparire simultaneamente ben quattro di questi nelle liste del Wall Street Journal, Business Week e USA Today.
Diventato una vera e propria icona della finanza e dei media, è ospite fisso dello show di Oprah Winfrey ed ha partecipato a numerosi programmi televisivi come The Today Show, CNN American Morning, CNBC, Fox Business.
David Bach tiene regolarmente corsi e seminari online e collabora con le più importanti testate americane. Visita: davidbach.com
Il fattore cappuccino in breve
Zoey è una giovane impiegata newyorkese di successo. Ha solo un piccolo problema: spende tutto ciò che guadagna.
Nonostante uno stipendio di tutto rispetto, non riesce a mettere da parte neanche un centesimo. Ma un giorno, nel bar dove tutti i giorni fa colazione, incontra un barista fuori dal comune.
Henry (è questo il nome del barista) le spiegherà un sistema tanto semplice quanto infallibile per riuscire, non solo a risparmiare, ma a dare la giusta priorità ai bisogni primari e a smettere di sprecare denaro nelle innumerevoli spese invisibili.
Tutto ha inizio quando Zoey resta affascinata da una foto esposta al ed Henry è felice di comunicarle che non era ancora stata venduta. Quando Zoey gli dice che non può permettersela, Henry replica con una frase che resta emblematica per tutto il racconto:
<<Se ti puoi permettere quel cappuccino, allora ti puoi permettere anche quella fotografia>>.
Il fattore cappuccino non è solo un libro che ti spiega un metodo per risparmiare, è molto di più. Seppur incentrato sulle regole per il risparmio e gli investimenti, non mancheranno vere e proprie lezioni di vita.
Del resto, se ho deciso di portare alla tua attenzione questo libro, è proprio per gli insegnamenti per la nostra crescita personale.
Tre punti salienti del libro
Il fattore cappuccino offre tanti spunti di riflessione e, come sempre, ho selezionato tre punti salienti che reputo molto importanti. Vediamoli insieme.
1. Tre miti sul denaro
Mito 1: fa’ più soldi e sarai ricco
Non conta quanto guadagni al momento, puoi sempre raggiungere una solidità finanziaria. Molti pensano di avere un problema di reddito, ma il vero problema è nelle spese.
<<Nel momento in cui accresci le tue entrate, non fai altro che accrescere anche i tuoi problemi economici. Perché i tuoi problemi economici derivano dalle tue abitudini finanziarie, dal modo cioè in cui ti rapporti al denaro, e queste non cambiano solo perché il tuo reddito aumenta.
La soluzione ai tuoi problemi economici non è più denaro, è nuove abitudini>>.
Uno dei capisaldi dell’educazione finanziaria è proprio la gestione del denaro. Accade fin troppo spesso che non appena si guadagna qualche soldo in più, troviamo subito il modo di spenderli.
Saper gestire il denaro è, forse, più importante che guadagnarlo.
Mito 2: per fare soldi servono soldi
Alzi la mano chi pensa di non guadagnare abbastanza per investire. Lo so, è dura da digerire, ma questo forse è il più grande mito sul denaro che va assolutamente sfatato.
Non è la quantità di denaro che conta, ma la costanza con la quale si risparmia e si investe (anche piccole somme). Il resto lo farà il tempo e l’interesse composto.
Se inizi ad eliminare tutte le spese superflue (e sono sicuro che anche tu ne avrai), potrai iniziare ad investire, ma anche a mettere da parte i soldi per un progetto, un viaggio, un corso di formazione (magari proprio sugli investimenti).
Insomma, prendi la decisione di fare qualcosa al riguardo.
Mito 3: qualcun altro si prenderà cura di te
Che sia tuo marito (o moglie), i tuoi genitori, il consulente finanziario, il broker o l’assicuratore, nessuno di loro si prenderà veramente cura delle tue finanze. Sei tu l’unico/a responsabile.
<<Il tuo benessere economico è esattamente come il tuo benessere fisico. La salute non è qualcosa che avviene semplicemente; e non bada a sé stessa mentre tu sei impegnata a vivere. Così come non puoi lasciare la tua salute nelle mani di qualcun altro, lo stesso vale per il tuo benessere economico.
Sono entrambi completamente nelle tue mani>>.
2. Il fattore cappuccino
Ricordi la citazione “Se ti puoi permettere quel cappuccino, allora ti puoi permettere anche quella fotografia”? Bene, le cose stanno proprio così.
Ogni giorno affrontiamo delle micro-spese che, fine a sé stesse, non sembrano gravare sulle nostre finanze, ma a ben guardare… Ad esempio, se solo prendi almeno un paio di caffè al giorno al bar (poniamo 1 euro a caffè) per cinque giorni a settimana, a fine anno avrai speso non meno di 520 euro.
A questi somma il pranzo, le sigarette, lo snack, le chewing gum e chi più ne ha più ne metta e abbiamo abbondantemente raddoppiato, se non triplicato, la spesa.
Eccolo il fattore cappuccino: una piccola spesa quotidiana (come il cappuccino appunto) che sommata nei giorni e negli anni, si trasforma in un vero capitale che avresti potuto investire o utilizzare per qualcosa di più importante.
Non fraintendermi, non devi necessariamente rinunciare al caffè, ma esistono tantissime altre cose che ti fanno spendere soldi extra e che potresti felicemente fare a meno.
I gratta e (non)vinci, i cocktail elaborati, le riviste patinate di dubbia utilità, le barrette di cioccolato. Qualunque cosa.
Ma il fattore cappuccino cela una lezione ancora più grande: ci insegna a dare il giusto peso e la giusta priorità alle cose. Ci insegna a selezionare ciò che realmente è importante e a fare a meno di tutto il superfluo. Hai mai sentito parlare di minimalismo?
Tieni traccia per almeno un mese di tutte, e dico tutte, le spese che sostieni ogni giorno. Anche la caramella da 10c. Così facendo ti renderai conto di quanto spendi in un mese per cose a dir poco superflue (e spesso deleterie) che potresti eliminare.
Lo scopo è quello di dimostrarti che già adesso guadagni abbastanza per poter porre le basi della tua indipendenza finanziaria.
3. Libertà
Zoey: <<Sapere che posso fare quello che voglio, che posso andare dove voglio, quando voglio. Immagino suoni egoistico. O irrealistico>>.
Henry: << Non saprei. Dici? A me sembra ragionevole. Se sei stata messa qui su questa terra per fare qualcosa di speciale, mi pare sensato che tu voglia la libertà di farlo>>.
È a questo che servono i soldi.
Il denaro è solo un mezzo e non un fine, ma è indispensabile per vivere il tempo nel modo che più ci piace. Avere la libertà di fare solo ciò che ci aggrada e di vivere attimo per attimo solo la bellezza di ciò che vogliamo intorno a noi.
Ecco perché è importante prendere in considerazione di far fronte a piccole rinunce oggi per poter realizzare qualcosa di più grande domani.
<<Sai perché la maggior parte delle persone non mette soldi da parte, Zoey? E, quando lo fa, risparmia solo una miseria, e nulla di veramente significativo? Perché non ne vedono l’utilità>>.
Le azioni e le scelte che compi ogni giorno e il modo in cui spendi i tuoi soldi sono in linea con le cose che più contano per te?
Avere chiaro un obiettivo che rispetti i tuoi valori e tuoi desideri è il vero punto di partenza per realizzare il tuo scopo e la vita che hai sempre desiderato.
Conclusioni
Il fattore cappuccino è uno dei libri sull’educazione finanziaria più belli che abbia mai letto.
Bach ha fatto uno straordinario lavoro, mescolando con cura i principi generali per l’indipendenza economica, una storia, quella di Zoey, nella quale potremmo rispecchiarci tutti e un’infinita di spunti di riflessione sulla vita e la crescita personale.
Cosa volere di più?
Al prossimo articolo,
Antonio M.