di Antonio Martone
Quante volte ti sei ritrovato/a a rispondere a un’email mentre partecipavi a una riunione, a controllare il telefono durante una conversazione o a saltare da un’attività all’altra senza mai portarne una a termine?
Il multitasking è sempre stato visto come una sorta di superpotere, un’abilità da sfoggiare per dimostrare quanto siamo produttivi. Ma è davvero così?
La scienza ci dice che no, il multitasking non è un’abilità, ma un’illusione. Il nostro cervello, infatti, non è progettato per gestire più compiti complessi contemporaneamente.
Quando proviamo a farlo, finiamo per perdere concentrazione, commettere errori e sentirci esausti. Paradossalmente, più cerchiamo di fare tutto insieme, meno riusciamo a fare davvero bene.
E non è solo una questione di efficienza: il multitasking ha un impatto reale sulla nostra mente e sul nostro corpo. Aumenta i livelli di stress, sovraccarica il cervello e, nel tempo, può portare a un senso di insoddisfazione cronica.
Fortunatamente, c’è una via d’uscita: il monotasking, ovvero la capacità di concentrarsi su una cosa alla volta.
In questo articolo, esploreremo perché il multitasking è così dannoso per il cervello, cosa succede realmente nella nostra mente quando proviamo a fare troppe cose insieme e come possiamo adottare strategie pratiche per migliorare la nostra concentrazione e il nostro benessere.
Cos'è il multitasking e perché è così diffuso
Il multitasking è la capacità di svolgere più attività contemporaneamente. O, almeno, così viene percepito.
In realtà, non si tratta davvero di eseguire più compiti nello stesso momento, ma di passare rapidamente da uno all’altro.
Ad esempio, potresti rispondere a un’email mentre parli al telefono o alternare continuamente tra la scrittura di un documento e la lettura delle notifiche sul tuo smartphone.
Questo rapido passaggio tra le attività sembra efficiente, ma comporta costi cognitivi significativi, come vedremo più avanti.
Nonostante i suoi limiti, il multitasking è incredibilmente diffuso, e ciò dipende da diversi fattori:
La cultura della produttività a tutti i costi
Viviamo in una società che celebra la velocità e la produttività, dove “essere occupati” è spesso percepito come un segno di successo. Fare multitasking ci dà la sensazione di essere più efficienti, quasi come se stessimo moltiplicando il tempo a nostra disposizione.
Ma questa percezione è fuorviante: il cervello impiega più tempo a completare ogni singolo compito quando viene interrotto costantemente, rallentando il processo complessivo.
La tecnologia e le distrazioni digitali
L’avvento degli smartphone, delle email e delle piattaforme di messaggistica istantanea ha trasformato il multitasking in una routine quotidiana.
Una notifica che vibra, un’email in arrivo o una chiamata improvvisa ci interrompono di continuo, spingendoci a passare rapidamente da un’attività all’altra.
Questo ambiente iperconnesso alimenta la sensazione di dover rispondere immediatamente a tutto, anche a costo della nostra concentrazione.
Il mito dell’efficienza
Molti credono che fare multitasking significhi essere più produttivi, ma la scienza dimostra il contrario.
Quando proviamo a svolgere più attività contemporaneamente, il cervello deve dedicare risorse preziose al task-switching, cioè il passaggio continuo tra un compito e l’altro.
Questo processo non solo riduce l’efficienza, ma aumenta la probabilità di errori.
La pressione sociale
C’è anche una componente psicologica: il multitasking è spesso visto come una competenza preziosa e una dimostrazione di capacità.
Dichiarare di essere multitasker ci fa sentire più competenti e “adatti” a un mondo che sembra non rallentare mai. Ma questa pressione a fare di più può avere un costo molto alto in termini di stress e salute mentale.
Il multitasking può sembrare inevitabile nella nostra vita quotidiana, ma è importante riconoscere i suoi limiti. Comprendere le motivazioni dietro questa abitudine e i suoi effetti sul cervello è il primo passo per adottare un approccio più consapevole e produttivo.
Cosa succede al cervello durante il multitasking
Sebbene il multitasking dia l’impressione di essere un modo efficace per gestire più cose contemporaneamente, il cervello umano non è progettato per questo tipo di attività.
Le neuroscienze hanno dimostrato che, quando proviamo a svolgere più compiti allo stesso tempo, il nostro cervello non li affronta simultaneamente, ma alterna rapidamente l’attenzione da uno all’altro.
Questo fenomeno, noto come task-switching, ha un costo significativo in termini di tempo, energia mentale e precisione.
Per comprendere perché il multitasking sia problematico, dobbiamo esaminare alcune caratteristiche fondamentali del nostro cervello:
La corteccia prefrontale e il controllo dell’attenzione
La corteccia prefrontale è la parte del cervello che si occupa di funzioni cognitive superiori come il ragionamento, la pianificazione e il controllo dell’attenzione.
Quando ti concentri su un singolo compito, questa area lavora in modo efficace per aiutarti a completarlo. Tuttavia, quando tenti di eseguire due o più compiti complessi, la corteccia prefrontale si divide tra le attività, riducendo l’efficienza complessiva.
Ad esempio, se scrivi un’email mentre ascolti una chiamata importante, il tuo cervello deve continuamente spostare l’attenzione tra il contenuto dell’email e la conversazione, senza essere pienamente presente in nessuna delle due attività.
Il costo del task-switching
Il multitasking non consiste nello svolgere attività contemporaneamente ma, come detto, nel passare rapidamente da una all’altra.
Ogni volta che il cervello cambia compito, deve “resettarsi” e riconfigurarsi per il nuovo obiettivo. Questo processo richiede tempo ed energia, causando il cosiddetto task-switching cost.
I ricercatori stimano che questo continuo passaggio possa ridurre la produttività del 40% e aumentare significativamente il rischio di errori, poiché il cervello fatica a mantenere la coerenza e la concentrazione.
Sovraccarico cognitivo
Il multitasking richiede al cervello di gestire una quantità di informazioni maggiore rispetto al normale. Questo sovraccarico cognitivo può portare a:
- Riduzione della memoria di lavoro: La capacità del cervello di trattenere informazioni a breve termine diminuisce, rendendo difficile ricordare dettagli importanti.
- Aumento dello stress: Il multitasking attiva l’amigdala, la regione del cervello associata allo stress, aumentando i livelli di cortisolo e adrenalina.
Questo non solo influisce negativamente sulla concentrazione, ma può anche portare a uno stato di allerta cronica che danneggia il benessere psicofisico nel lungo periodo.
Riduzione della creatività
Quando il cervello è costantemente impegnato a passare da un compito all’altro, non ha il tempo di entrare nella modalità default mode network (DMN), una rete cerebrale associata al pensiero creativo e alla riflessione profonda.
Di conseguenza, il multitasking non solo riduce la produttività, ma soffoca anche la capacità di generare nuove idee e soluzioni innovative.
Il multitasking e i suoi effetti pratici
Gli effetti del multitasking sul cervello si riflettono direttamente nella nostra vita quotidiana:
- Perdita di efficienza: Attività semplici richiedono più tempo del necessario.
- Errori frequenti: Dimenticanze e imprecisioni aumentano, specialmente in compiti complessi.
- Stress e affaticamento: La fatica mentale si accumula più rapidamente, portando a un senso di esaurimento e insoddisfazione.
Perché il multitasking è dannoso per il cervello
Il multitasking non è solo un problema di produttività: ha conseguenze significative sulla salute mentale. A lungo termine, questa abitudine può sovraccaricare il cervello, aumentare i livelli di stress e influenzare negativamente il nostro benessere psicologico.
Ecco cosa dicono le neuroscienze e la psicologia al riguardo:
Stress e sovraccarico mentale
Ogni volta che il cervello si sposta da un compito all’altro, si attivano reazioni chimiche legate allo stress. Il multitasking stimola il rilascio di cortisolo, l’ormone dello stress, e di adrenalina, che possono mantenere il corpo in uno stato di “lotta o fuga” prolungato.
Questo stato cronico non solo esaurisce le risorse mentali, ma aumenta anche il rischio di ansia e burn-out.
Secondo uno studio condotto dalla Harvard Business Review, le persone che si impegnano costantemente nel multitasking digitale hanno più probabilità di sentirsi sopraffatte e meno soddisfatte del proprio lavoro.
Riduzione della capacità di riflessione profonda
Quando ci dedichiamo a troppe attività contemporaneamente, perdiamo l’opportunità di entrare in uno stato di flow, ossia quel momento in cui siamo completamente assorbiti da un compito e otteniamo le migliori prestazioni.
Il multitasking spezza questa continuità e ci tiene in una modalità di pensiero superficiale. Questo non solo riduce la qualità del lavoro svolto, ma aumenta il senso di insoddisfazione personale.
Impatto sull’autostima
Il multitasking crea una falsa percezione di produttività. Sebbene sembri che stiamo “facendo di più”, spesso non riusciamo a completare le attività in modo efficace.
Questo può portare a sentimenti di frustrazione e inadeguatezza, minando la nostra autostima.
Uno studio della University of Sussex ha evidenziato che le persone che praticano multitasking digitale pesante mostrano una minore densità nella corteccia cingolata anteriore, una regione del cervello associata al controllo emotivo e alla regolazione dell’attenzione.
Ciò può rendere più difficile gestire emozioni come lo stress o l’ansia.
Disconnessione dalle emozioni
Il multitasking ci spinge a vivere in uno stato di costante reattività, senza darci il tempo di elaborare le nostre emozioni.
Questo può portare a una sensazione di “distanza” dal presente e dalle nostre esperienze, riducendo la nostra capacità di relazionarci con gli altri in modo autentico.
I danni del multitasking sulla salute mentale non si manifestano sempre immediatamente, ma i suoi effetti cumulativi possono essere profondi.
È essenziale riconoscere quando questa abitudine sta influenzando negativamente il nostro benessere e adottare strategie per focalizzarci su una cosa alla volta.
I benefici del monotasking
Dopo aver analizzato i danni del multitasking, diventa evidente quanto sia importante riscoprire il valore del monotasking, ossia la pratica di concentrarsi su un solo compito alla volta.
Contrariamente a quanto si crede, il monotasking non rallenta il progresso, ma permette di migliorare sia la qualità del lavoro che il benessere generale.
Maggiore efficienza e produttività
Quando dedichiamo tutta la nostra attenzione a un singolo compito, eliminiamo il costo cognitivo del task-switching. Questo permette al cervello di lavorare in modo più fluido e con una continuità che favorisce il completamento delle attività in meno tempo.
Ad esempio, uno studio dell’American Psychological Association ha dimostrato che le interruzioni frequenti possono aumentare il tempo di completamento di un compito fino al 25%.
Con il monotasking, invece, siamo in grado di:
- Ridurre gli errori.
- Incrementare la precisione.
- Affrontare attività complesse con maggiore chiarezza mentale.
Migliore memoria e apprendimento
Il multitasking danneggia la memoria a breve e lungo termine, mentre concentrarsi su un’unica attività rafforza la nostra capacità di trattenere e organizzare le informazioni.
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Psychology, quando ci immergiamo completamente in un compito, le informazioni vengono elaborate in modo più approfondito, aumentando le possibilità di ricordarle successivamente.
Maggiore creatività e problem solving
Il monotasking consente al cervello di entrare in uno stato di flow, una condizione, come detto, in cui siamo completamente assorbiti da un’attività e più predisposti alla creatività e al problem solving.
Questo stato favorisce l’accesso a pensieri innovativi e soluzioni fuori dagli schemi. Al contrario, il multitasking frammenta l’attenzione e impedisce il tempo necessario per riflettere e sperimentare.
Riduzione dello stress
Concentrarsi su una cosa alla volta aiuta a ridurre il senso di urgenza e sovraccarico che spesso accompagna il multitasking.
Quando il cervello non è costantemente sollecitato a cambiare contesto, il sistema nervoso simpatico si calma, favorendo uno stato di rilassamento e benessere.
Benefici per le relazioni personali
Il monotasking migliora anche la qualità delle interazioni umane. Essere presenti durante una conversazione, senza distrarsi con notifiche o altri pensieri, dimostra attenzione e rispetto per l’altra persona, rafforzando i legami interpersonali.
Il monotasking è più che una semplice strategia di gestione del tempo: è uno strumento per migliorare la qualità della nostra vita.
Concentrarsi su un compito alla volta permette di ottenere risultati migliori, preservare la salute mentale e vivere con maggiore consapevolezza e serenità.
Come ridurre il multitasking
Ridurre il multitasking non è solo una scelta di produttività, ma un passo verso uno stile di vita più sano e consapevole.
Eliminare questa abitudine richiede impegno, ma i benefici sono evidenti: maggiore concentrazione, meno stress e una qualità del lavoro superiore.
Eccoti alcune strategie pratiche per ridurre il multitasking e recuperare il controllo del tuo tempo.
Organizza il tuo tempo con la tecnica del blocco temporale
Il time-blocking è una tecnica efficace per strutturare la tua giornata, assegnando intervalli di tempo specifici a ciascun compito.
Questo approccio ti costringe a concentrarti su una sola attività per volta, riducendo la tentazione di passare da un compito all’altro. Ad esempio: dedica 30 minuti alla lettura di email e non controllarle più fino al prossimo blocco dedicato.
Elimina le distrazioni ambientali
Le distrazioni, come notifiche telefoniche o il rumore di fondo, sono tra i principali fattori che alimentano il multitasking.
Ecco alcune strategie:
- Disattiva le notifiche push durante le ore di lavoro.
- Utilizza cuffie con cancellazione del rumore per creare un ambiente tranquillo.
- Mantieni la tua postazione di lavoro libera da oggetti inutili.
Pratica la mindfulness per rafforzare la concentrazione
La mindfulness è una potente alleata contro il multitasking. Questa pratica allena la mente a rimanere nel presente, migliorando la capacità di focalizzarsi su un’unica attività alla volta.
Esercizio semplice: dedica 5 minuti al giorno a un’attività consapevole, come bere una tazza di tè o scrivere un diario, concentrandoti solo su quella. Questo ti aiuterà a sviluppare l’abitudine al monotasking.
Stabilisci priorità chiare con la regola delle 3 cose
Ogni giorno, scegli tre attività principali su cui concentrarti. Questo metodo riduce la dispersione e ti permette di ottenere risultati migliori.
Non importa quanto lunghe siano le tue liste di cose da fare, concentrati prima sulle tre attività essenziali.
Fai pausa e riposati
Uno studio pubblicato dall’Università di Illinois ha dimostrato che brevi pause durante il lavoro migliorano la capacità di concentrazione e riducono la stanchezza mentale.
Quando ti senti sovraccarico, fermati e dedica 5-10 minuti a un’attività rilassante.
Liberarsi dal multitasking è una scelta consapevole che richiede pratica e dedizione. Ricorda: il vero successo non si misura dalla quantità di cose fatte contemporaneamente, ma dalla qualità del tuo impegno e dei tuoi risultati.
Conclusioni
Il multitasking è spesso percepito come una soluzione per gestire al meglio la nostra vita frenetica, ma la scienza dimostra che questa pratica ha costi cognitivi e psicologici significativi.
Dalla riduzione della memoria e dell’attenzione fino all’aumento dello stress e del senso di sopraffazione, il multitasking non solo ci rende meno produttivi, ma mina anche il nostro benessere generale.
La buona notizia è che possiamo cambiare abitudini. Praticare il monotasking non significa rallentare, ma piuttosto adottare un approccio più strategico e intenzionale alla vita.
Ricorda: la vera produttività non consiste nel fare di più, ma nel fare meglio.
Se questo articolo ti è stato utile, condividilo con chi pensi possa trarne beneficio. E tu? Come affronti il multitasking nella tua vita quotidiana? Lascia un commento per raccontare la tua esperienza!
Al prossimo post,
Antonio M.
grazie, ho seguito i suoi consigli, programmare le abitudini, il lavoro principale della giornata , mettendo un tempo predefinito es 30 min, per il lavoro principale con pausa, devo ricordarmi di silenziare il telefono per quanto riguarda i messaggi da pochi giorni ho inserito la meditazione cristiana…
grazie per articolo, va bene la programmazione togliere, vivere nell essenziale.
buon pomeriggio
Grazie Fabrizio per il tuo commento.