Dal fare all’essere: come smettere di inseguire la produttività

dal fare all'essere
Picture of di Antonio Martone

di Antonio Martone

È inutile (o forse no) ribadire che viviamo in una società che premia la produttività, in cui il valore di una persona sembra misurarsi in base a quanto riesce a fare, piuttosto che a come si sente o a chi è realmente.

Il problema? Più inseguiamo l’efficienza, più ci sembra di non avere mai tempo. Ci convinciamo che la felicità arriverà “quando avremo finito tutto” – ma quel momento, sappilo, non arriva mai. 

C’è sempre un’altra email da scrivere, un altro progetto da consegnare, un’altra cosa da migliorare. E, nel frattempo, la vita scorre.

E se la chiave della serenità non fosse nel fare di più, ma nel fare meno? O meglio, nel fare diversamente?

In questo articolo vedremo in che modo rallentare e riscoprire l’essere possa migliorare la qualità della vita. 

Non si tratta solo di lavorare meno, ma di lavorare e vivere in modo più consapevole, senza la costante pressione della produttività. E soprattutto, ti darò strategie pratiche che potrai mettere in atto fin da subito.

Il mito della produttività: perché non ti rende felice

Siamo stati purtroppo educati a credere che la produttività sia la chiave del successo e, di conseguenza, della felicità. Se facciamo di più, otteniamo di più. Se otteniamo di più, saremo più soddisfatti. Ma è davvero così?

Pensa all’ultima volta che hai portato a terminare una lunga lista di cose da fare. Per qualche istante hai provato soddisfazione, forse un senso di sollievo. Ma quanto è durato? 

Probabilmente poco, perché subito dopo è arrivata un’altra lista, un’altra scadenza, un altro obiettivo da raggiungere. È come correre su un tapis roulant: le gambe si muovono, ma non arrivi mai da nessuna parte.

Il circolo vizioso del “fare di più”

Questo tipo di società ci ha resi dipendenti dal “fare”. Controlliamo compulsivamente le email anche dopo l’orario di lavoro, riempiamo i weekend di impegni “utili” e persino i momenti di relax diventano un’occasione per ottimizzare il tempo (pensa a chi ascolta podcast motivazionali anche mentre fa la doccia!).

Il risultato? Non ci fermiamo mai davvero. La mente è sempre proiettata verso il prossimo compito e raramente ci concediamo il lusso di essere nel momento presente.

Attenzione! Non sto dicendo che la produttività è il nemico. Il problema nasce quando diventa il metro con cui misuriamo il nostro valore personale.

  • Ti senti in colpa se non sei “produttivo/a”? Se un giorno fai meno del solito, ti sembra di avere perso tempo?
  • Riesci a rilassarti senza sentirti a disagio? O hai bisogno di “giustificare” il riposo (ad esempio, leggendo un libro “utile” invece di uno leggero)?
  • Hai la sensazione di essere sempre in ritardo? Anche quando non c’è nessuna vera scadenza?

Se ti ritrovi in queste domande, forse è il momento di rivedere il tuo rapporto con il fare.

Il paradosso: meno fai, meglio vivi

Paradossalmente, molte ricerche dimostrano che rallentare migliora sia la qualità della vita che la produttività stessa. Il cervello non è fatto per essere sempre in modalità “attiva”: ha bisogno di pausa per elaborare, creare connessioni e rigenerarsi.

Basti pensare che alcune delle migliori idee della storia non sono nate in ufficio, ma nei momenti di pausa.

Prendi ad esempio Archimede che ha avuto la sua famosa intuizione mentre era immerso in una vasca da bagno, mentre JK Rowling ha concepito l’idea di Harry Potter mentre viaggiava in treno, guardando fuori dal finestrino senza fare nulla.

La verità è che non dobbiamo sempre fare di più per avere di più . A volte, per ottenere una vita più ricca e soddisfacente, la soluzione è semplicemente fermarsi.

dal fare all'essere

Cambio di prospettiva: dal "fare" all'"essere"

Come detto, viviamo in una società che celebra il “fare” e la nostra giornata è scandita da liste di cose da portare a termine, obiettivi da raggiungere, risultati da dimostrare. 

Siamo diventati così ossessionati dalla produttività che spesso ci dimentichiamo di chiederci: chi stiamo diventando mentre facciamo tutto questo?

Cosa significa realmente “essere”?

“Essere” non significa stare fermi o smettere di avere ambizioni. Significa vivere con intenzionalità , dare spazio a ciò che ci fa sentire vivi, e non solo a ciò che ci fa sentire efficienti.

Pensa a quei momenti in cui hai perso la cognizione del tempo perché eri immerso in un’attività che ti assorbiva completamente. 

Forse stavi dipingendo, cucinando senza fretta, camminando nella natura, parlando con un amico senza guardare l’orologio. In quei momenti non stavi semplicemente facendo quella determinata cosa, ma la stavi vivendo.

Il problema è che spesso confondiamo il nostro valore con la nostra capacità di produrre risultati. Ma noi non siamo la somma di ciò che facciamo. Siamo le nostre emozioni, il modo in cui ci relazioniamo agli altri, la nostra capacità di gioire delle piccole cose.

Il valore del momento presente

Essere significa soprattutto vivere il presente, anziché rimandare continuamente la felicità a un futuro ideale.
Quante volte ci capita di pensare:

  • Sarò felice quando avrò più tempo.
  • Mi rilasserò quando avrò raggiunto quell’obiettivo.
  • Mi godrò la vita quando andrò in pensione.

Ma il presente è l’unico momento che possediamo davvero. E imparare a viverlo cambia tutto.

Il primo passo per passare dal fare all’essere è, manco a dirlo, concedersi il permesso di rallentare. Fermarsi non significa perdere tempo. È riconnettersi con la vita. 

Strategie pratiche

Passare dal fare all’essere non significa rinunciare agli obiettivi o diventare meno responsabili. Significa vivere con maggiore consapevolezza, imparando a bilanciare il tempo dedicato all’azione con momenti di presenza autentica. 

Per riuscirci, servono strategie concrete. Eccone alcune:

1. Rallenta consapevolmente

La velocità con cui affrontiamo la giornata spesso ci impedisce di goderci ciò che stiamo facendo. La soluzione? Rallentare intenzionalmente.

Un’attività alla volta
Qualsiasi attività tu stia facendo, dedicati solo a quella, con presenza e intenzione.

Per esempio:
✔ Quando bevi il caffè, goditelo senza scorrere il telefono.
✔ Se stai scrivendo un’email, non aprire altre schede.
✔ Se parli con qualcuno, ascoltalo senza distrazioni.

Inserisci pause consapevoli: la regola del 50/10
Molti di noi passano ore a lavorare senza sosta, ma il cervello ha bisogno di pausa per funzionare al meglio. Prova la regola del 50/10:

  • 50 minuti di attività focalizzata.
  • 10 minuti di pausa senza schermi, magari guardando fuori dalla finestra, facendo stretching o semplicemente respirando.

Camminare senza meta
Siamo abituati a camminare solo per arrivare da qualche parte, ma camminare senza una destinazione precisa è un ottimo esercizio per allenare il cervello a rallentare. 

Esci di casa, fai una passeggiata senza uno scopo preciso, osserva il mondo intorno a te. Non controllare l’orologio, non mettere gli auricolari. È un modo per “resettare” la mente e coltivare il senso di presenza.

2. Sostituisci il fare con l’essere

Più che eliminare il “fare”, possiamo trasformarlo in un’esperienza più consapevole.

Ecco alcuni cosigli:
Inizia la giornata con 5 minuti di respiro consapevole
Uno degli errori più comuni è iniziare la giornata con il telefono in mano, esponendoci subito a notifiche, email e richieste dal mondo esterno. 

Questo ci mette automaticamente in una modalità reattiva e frenetica. Invece, prova a iniziare con 5 minuti di respiro profondo:

  • Siediti in silenzio.
  • Inspira ed espira lentamente, concentrandoti sull’aria che entra e esce.
  • Osserva i tuoi pensieri senza giudicarli.

Questo piccolo gesto cambia il tono dell’intera giornata, aiutandoti a entrare in modalità essere prima di immergerti nel fare .

Prova la sessione di lavoro profondo… in modalità rilassata
Il lavoro profondo è una tecnica di concentrazione senza distrazioni, ma spesso viene applicata con rigidità. 

Invece di trattarla come una gara di resistenza, prova questo approccio:
✔ Imposta un timer e lavora in modo focalizzato, ma senza forzarti.
✔ Se senti il bisogno di fermarti, concediti una pausa.
✔ Elimina il senso di urgenza: lavora con attenzione, ma senza stressarti.

Lettura consigliata:
Deep Work

Riscopri il valore delle attività lente e manuali
Il nostro cervello è bombardato da stimoli digitali e attività rapide. 

Per bilanciare, dedicare tempo a esperienze lente e tangibili, come: 
Scrivere a mano invece di digitare sempre sul computer.
✔ Cucinare con calma, magari preparando una ricetta da zero.
✔ Fare giardinaggio o attività creativa che richiedano pazienza.

Questi momenti di “essere” aiutano a ridurre lo stress e a sviluppare una connessione più profonda con il presente.

3. Ridisegna la tua definizione di successo

Spesso misuriamo il successo solo in base a quanto facciamo. Ma cosa succederebbe se cambiassimo prospettiva?

Fatti questa domanda:
“Se non potessi misurare il successo in termini di produttività, come lo definirei?”

Forse il successo per te è avere più tempo per la famiglia, sentirti in pace con te stesso/a, goderti ogni giorno senza ansia. Trova la tua risposta e usala come bussola.

Scrivi una “to-be list” accanto alla “to-do list”
Siamo abituati a fare liste di cose da fare, ma che ne dici di fare anche una lista di ciò che vuoi essere?

Esempio di lista delle cose da fare :

  • Rispondere alle email.
  • Fare la spesa.
  • Completare un progetto.

Esempio di to-be list :

  • Essere più presente con le persone che amo.
  • Essere più paziente con me stesso/a.
  • Essere curioso/a e aperto/a a nuove esperienze.

Scriverlo nero su bianco ti aiuterà a dare più spazio a ciò che conta davvero.

Valorizza i momenti di pausa
Molte delle migliori idee nascono nei momenti di pausa, quando la mente vaga senza uno scopo preciso. Se ti senti in colpa per il tempo “sprecato”, ricorda questo:

  • La creatività nasce dal nulla. Spesso le intuizioni migliori arrivano sotto la doccia, durante una passeggiata o mentre sogni ad occhi aperti.
  • Il riposo non è tempo perso. È ciò che ti permette di ricaricarti e di dare il meglio di te quando serve davvero.

Smettere di perseguire la produttività non significa smettere di avere ambizioni o sogni. Significa imparare a vivere con più consapevolezza e intenzione, scegliendo di dare valore non solo a ciò che fai, ma anche a ciò che sei .

E tu, quale di queste strategie vuoi provare per iniziare a rallentare? 

Conclusioni

Smettere di perseguire a tutti i costi la produttività non significa diventare meno efficienti o perdere di vista i propri obiettivi. Significa, piuttosto, restituire valore al tempo e alla qualità della nostra vita, imparando a vivere in modo più consapevole, senza dover sempre “fare di più”.

Abbiamo visto strategie pratiche per rallentare: dalla riscoperta delle attività lente alla creazione di una to-be list accanto alla to-do list

Ogni piccolo passo in questa direzione ti aiuterà a spostare l’attenzione dal fare all’essere, trasformando il modo in cui vivi le tue giornate.

La domanda finale è: come vuoi sentirti nella tua vita? Felice, sereno/a, presente? La vera misura del successo non è quante cose riesci a spuntare da una lista, ma quanto riesci a goderti il viaggio.

 

Al prossimo post,

Antonio M.

Lascia un commento

Questo articolo ha un commento

  1. Fabrizio

    grazie,
    diciamo che in questo periodo prevale to be list ,essendo disoccupato…
    sereno cammino