di Antonio Martone
Ti è mai capitato di sentirti mentalmente stanco/a, poco concentrato/a, o come se il tuo cervello fosse “fuori allenamento”?
Se hai difficoltà a portare a termine compiti che una volta trovavi facili o a mantenere l’attenzione su un libro o una conversazione, potresti essere vittima di quello che oggi molti definiscono “Brain rot.”
Il termine, letteralmente “marciume cerebrale,” non è una diagnosi medica, ma descrive una condizione sempre più comune nell’era digitale.
Rappresenta il declino della salute cognitiva causato da abitudini come il consumo eccessivo di tecnologia, la mancanza di movimento fisico e uno stile di vita troppo stressante o monotono.
Il nostro cervello è un organo straordinario, ma è anche estremamente vulnerabile: sovraccarichi di informazioni, multitasking continuo e carenza di stimoli adeguati possono influire negativamente sulla memoria, sull’attenzione e persino sul nostro umore.
La buona notizia? Questo processo non è irreversibile.
In questo articolo esploreremo cosa si intende per Brain Rot, le sue cause principali e, soprattutto, come proteggere il nostro cervello con semplici abitudini quotidiane.
Che cos'è il Brain rot
Il termine “Brain rot” descrive una condizione che molti di noi sperimentano quotidianamente senza rendersene conto.
Letteralmente tradotto come “marciume cerebrale,” non si tratta di una patologia riconosciuta dalla scienza medica, bensì di un concetto culturale che riflette un deterioramento percepito delle capacità cognitive e del benessere mentale.
Questo fenomeno è strettamente legato alle abitudini della vita moderna, dove il sovraccarico digitale, la mancanza di stimoli di qualità e uno stile di vita sedentario giocano un ruolo cruciale.
Il Brain rot è una metafora per descrivere un declino nelle prestazioni cognitive e nello stato mentale generale, caratterizzato da:
Difficoltà di concentrazione: Problemi a mantenere l’attenzione su attività prolungate o impegnative, come leggere un libro o seguire una lezione.
Nebbia mentale: Una sensazione di confusione o rallentamento mentale che rende difficili anche compiti semplici.
Memoria compromessa: Dimenticanze frequenti o difficoltà nel richiamare informazioni recenti.
Riduzione della creatività: Difficoltà a generare nuove idee o soluzioni innovative.
Apatia e insoddisfazione: Un generale calo di motivazione e interesse verso attività che una volta risultavano appaganti.
Mentre alcuni di questi sintomi possono essere temporanei e legati a momenti di stress o stanchezza, quando diventano persistenti possono indicare uno stato più serio di compromissione cognitiva.
Declino cognitivo o percezione?
Anche se “Brain rot” non è un termine clinico, la scienza offre spiegazioni concrete su come e perché potremmo percepire questa condizione.
Una delle cause principali è la riduzione della neuroplasticità, ossia la capacità del cervello di adattarsi, apprendere e formare nuove connessioni neurali. Questa riduzione può essere influenzata da:
Overload informativo: Essere costantemente bombardati da notifiche, email, social media e altre forme di input digitale sovraccarica i nostri circuiti neurali, riducendo la capacità di approfondire e processare informazioni a lungo termine.
Routine monotone: La mancanza di nuovi stimoli, come imparare una lingua o suonare uno strumento, può limitare la crescita di nuove connessioni sinaptiche, rendendo il cervello meno agile.
Stress cronico: Alti livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) possono danneggiare aree cerebrali fondamentali come l’ippocampo, cruciale per la memoria e l’apprendimento.
A lungo andare, questi sintomi possono sfociare in problemi più seri, come una riduzione della memoria a lungo termine, difficoltà a prendere decisioni complesse o persino un rischio maggiore di sviluppare malattie neurodegenerative.
La buona notizia è che, riconoscendo i segnali, possiamo intervenire per invertire il processo e riportare il cervello al suo pieno potenziale.
Come la "vita digitale" influisce sul cervello
La continua esposizione a notifiche, social media e multitasking può compromettere l’attenzione, la memoria e il benessere generale, contribuendo a una sorta di “atrofia” delle abilità cognitive.
Effetti della sovrastimolazione digitale
Riduzione della capacità di attenzione: Uno studio di Microsoft ha rilevato che l’attenzione media è scesa da 12 secondi nel 2000 a meno di 8 secondi nel 2013 (non oso immaginare oggi), probabilmente a causa dell’uso costante di dispositivi digitali.
Questa diminuzione è collegata all’abitudine a “consumare” contenuti brevi e stimolanti, come quelli trovati nei social media e nei video online.
Problemi di memoria: L’uso eccessivo di smartphone per memorizzare e accedere alle informazioni può portare a una “dipendenza da memoria esterna”, riducendo la capacità del cervello di trattenere dati a lungo termine.
Inoltre, il sovraccarico sensoriale da schermi contribuisce a difficoltà nel consolidamento della memoria.
Multitasking e distrazioni: L’abitudine a gestire più flussi di informazioni contemporaneamente allena il cervello a essere più sensibile alle distrazioni, diminuendo la capacità di focalizzarsi su compiti singoli.
Questo fenomeno è stato esplorato in studi che evidenziano come il multitasking digitale possa alterare i processi cognitivi di base, riducendo il controllo attentivo e la capacità di ignorare stimoli irrilevanti.
Connettività cerebrale ridotta: Studi recenti mostrano che l’uso intensivo della tecnologia è associato a una diminuzione della connettività cerebrale e a una minore efficienza nei processi cognitivi.
Le interruzioni frequenti rendono più difficile sviluppare e mantenere reti neurali solide e consolidate.
➡️The effects of digital media and media multitasking on attention problems and sleep
➡️Digital dementia: how screens and digital devices impact memory
Tutto questo si traduce con la difficoltà a leggere un libro, o a concentrarsi su un compito senza stare lì a controllare lo smartphone ogni due per tre.
Ma anche la tendenza a dimenticare dettagli semplici perché ci si affida ai promemoria digitali, o la ridotta capacità a “vivere il momento” perché si è sempre alla ricerca di stimoli esterni.
Questi effetti, se protratti, possono anche interferire con le interazioni sociali e il benessere emotivo, aumentando ansia e senso di isolamento.
Per approfondire:
The “online brain”: how the Internet may be changing our cognition
Lettura consigliata:
Deep Work
Come prevenire e ridurre il Brain rot
Allenare il cervello per contrastare il Brain rot significa sfruttare la naturale capacità del nostro cervello di adattarsi e migliorarsi, nota come neuroplasticità. Le attività cognitive mirate, come i giochi mentali o il problem solving, possono stimolare le connessioni neurali e mantenere la mente attiva e flessibile.
Ad esempio, praticare giochi come Sudoku o risolvere puzzle logici non è solo un passatempo, ma un vero e proprio allenamento per le capacità di memoria e ragionamento.
Anche pratiche come la mindfulness e la meditazione giocano un ruolo fondamentale. Studi della Harvard University dimostrano che la meditazione regolare non solo migliora la capacità di concentrazione, ma può persino modificare la struttura del cervello.
È stato osservato che l’area della corteccia prefrontale, associata al controllo dell’attenzione e alla regolazione emotiva, diventa più spessa con una pratica meditativa costante.
Questo significa che il cervello, anche sotto stress digitale, può rigenerarsi attraverso attività che favoriscono la calma e la consapevolezza.
L’impegno in attività come la lettura profonda o il journaling, ovvero la scrittura a mano dei propri pensieri, può aiutare a invertire gli effetti negativi del sovraccarico digitale.
Questi esercizi richiedono una concentrazione prolungata, stimolano la memoria a lungo termine e favoriscono un rapporto più consapevole con il proprio pensiero.
In un’epoca in cui la velocità delle informazioni tende a frammentare la nostra attenzione, dedicare tempo ad attività cognitive di questo tipo rappresenta una vera e propria forma di cura per il cervello.
Esercizio pratico: la sfida della settimana digitale equilibrata
- Giorno 1: Eliminare le notifiche superflue.
- Giorno 2: Stabilire una fascia oraria “tech-free”.
- Giorno 3: Dedicare un’ora alla lettura o a un hobby offline.
- Giorno 4: Fare una passeggiata senza portare il telefono.
- Giorno 5: Provare una sessione di meditazione.
- Giorno 6: Ridurre l’uso di social media.
- Giorno 7: Riflettere sui miglioramenti nella produttività e nel benessere.
Conclusioni
Il fenomeno del Brain rot ci ricorda quanto sia delicato l’equilibrio del nostro cervello nell’affrontare le sfide della vita moderna.
Viviamo in un’epoca in cui il digitale è parte integrante della quotidianità, ma questo non significa che dobbiamo sacrificare la nostra salute mentale e cognitiva.
Con un approccio bilanciato e una maggiore consapevolezza, possiamo costruire un rapporto sano con la tecnologia e proteggere la straordinaria complessità del nostro cervello.
Un uso intelligente e intenzionale dei nostri strumenti digitali è il primo passo per contrastare il Brain rot e garantire un futuro di benessere e produttività.
Investire nella salute del cervello non è solo un atto di cura per noi stessi, ma una scelta che ci permette di vivere una vita più piena, presente e appagante.
Al prossimo post,
Antonio M.
grazie mille, per questo articolo, e stato di aiuto, per riprendere un po di elasticità , leggo, gioco a sudoku, scrivo poco , cerco di non portarmi nella tasca il cell, mi manca un lavoro per acquistare definitamente una buona elasticita….buona luce ,buone feste.